Draghi incassa l’appoggio dei big, Fdi non esclude l’astensione
Confermato l’ampio appoggio da parte dei gruppi parlamentari per un esecutivo a guida Mario Draghi che ha terminato il secondo giro di consultazioni con le forze politiche. Consultazioni iniziate ieri con i gruppi minori presenti in Parlamento e che hanno visto oggi il momento clou con ben tre colpi di scena: l’arrivo inatteso del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, lontano da Roma e dai palazzi della politica da mesi, l’arrivo alla Camera non annunciato di Beppe Grillo, già a colloquio con l’ex numero uno della Bce sabato scorso, e la mancata dichiarazione alla stampa di Matteo Renzi che ha guidato la delegazione di Italia Viva ma ha lasciato spazio alla senatrice ed ex ministra Teresa Bellanova. Al termine di questo secondo giro si iniziano a delineare i punti programmatici di quello che sarà il nuovo esecutivo, che oltre a una scontata e forte impronta europeista, vedrà un probabile no alla flat tax, una riforma fiscale basata sulla progressività, nessun aumento delle tasse, il green, come prevede del resto l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan, forte attenzione verso il mondo della scuola con l’ipotesi di vaccinare subito insegnanti e personale scolastico e un prolungamento delle lezioni fino a fine giugno.
Ma a rubare la scena a tutti un commosso Silvio Berlusconi, quasi scortato dai parlamentari forzisti. “Ho confermato al Presidente incaricato il sostegno di Forza Italia, con la sollecitazione ad adottare scelte di grande profilo, tenendo conto delle indicazioni dei partiti, ma decidendo in piena autonomia. Quello che nasce è un governo che si fonda sull’unità del Paese e delle forze politiche senza preclusione alcuna”, ha detto il Cavaliere rimarcando che questo “non significa la nascita di una maggioranza politica fra partiti alternativi fra loro per cultura, per storia, per valori di riferimento. E’ invece la risposta ad una grave emergenza e durerà per il tempo necessario a superare questa drammatica crisi sanitaria, sociale ed economica. Noi faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo: la gravità dell’ora – ha esortato Berlusconi – impone a tutti di mettere da parte i calcoli, le tattiche, gli stessi interessi elettorali per mettere al primo posto la salvezza del Paese. Se questo avverrà, sono certo che l’Italia riuscirà ancora una volta a risollevarsi e ad andare avanti”.
Il segretario dem, Nicola Zingaretti, confermando il sostegno al premier incaricato si è detto molto soddisfatto “del contributo, dei contenuti e linee guida sulle quali Draghi sta lavorando e che ci ha illustrato, abbiamo apprezzato l’approccio culturale e strategico. Abbiamo trovato molto positiva la scelta della collocazione europeista del nuovo governo – ha aggiunto – ci ritroviamo molto in una prospettiva di un ulteriore salto in avanti dell’integrazione dell’Europa”. Parlando della maggioranza allargata anche al Carroccio, Zingaretti ha ribadito che Pd e la Lega “sono e rimangono due forze alternative, credo sia un approccio condiviso anche da Salvini, nessuno pensa che possa cambiare collocazione politica. Per questo abbiamo detto nessun veto a prescindere”. E sul rapporto con gli ex alleati del Conte bis ha spiegato: “Noi continuiamo a ritenere l’esistenza di questo rapporto molto importante per condizionare la vita parlamentare dei prossimi mesi. Le alleanze si decidono nei territori e noi rispetteremo la loro autonomia, ma al tempo stesso è necessario avere lo spazio di un campo di alleanze che dobbiamo tenere vivo”.
In merito allo stato di salute del Pd, Zingaretti ha detto di non avere “memoria di un partito così unito come in questo momento. Chi riduce questa discussione sull’assillo di un dibattito congressuale a me sembra un po’ un marziano fuori dalla realtà e dal vicinanza della condizione umana delle persone”. Anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, con una inaspettata svolta europeista ha ribadito l’ok al governo. “E’ stato un incontro molto intenso e utile, spero reciprocamente stimolante. Abbiamo parlato di tante cose, non di ministeri equilibri di governo e non ne parleremo perché abbiamo fiducia dell’idea di squadra che ha Draghi – ha precisato – è chiaro a noi come è chiaro a lui che qualcosa non ha funzionato. Se siamo qua a mettere riparo a dei pasticci è chiaro che occorre un cambio di passo, non sta a me dire quale cambio di nomi. Vogliamo che l’Italia torni a essere protagonista in Europa, che si faccia l’interesse nazionale con spirito europeo. Sull’immigrazione chiediamo che le politiche adottate in Italia siano di stampo europeo, quindi che l’Italia tratti il fenomeno migratorio come fanno altri Paesi”.
Su un possibile voto favorevole del Carroccio al Parlamento europeo sul Recovery Plan, ha aggiunto: “sentirò i miei europarlamentari alle 18:30 e la decisione la prenderemo insieme. Noi siamo in Ue saldamente e convintamente per cambiare alcune regole europee che lo stesso Draghi ha riconosciuto non più adatte al nostro tempo. Non siamo in Ue per cambiare gruppi, guardiamo alla sostanza”. Il leader leghista ha infine auspicato: “E’ stato il secondo incontro e dal nostro punto di vista è stato utile, proficuo e positivo, speriamo che nessuno si metta di traverso”. Ancora un punto interrogativo il sostegno del MoVimento 5 Stelle che fortemente spaccato al proprio interno ha deciso di interpellare la propria base, domani e giovedì si voterà infatti sulla piattaforma Rousseau. “Faremo parlare i nostri iscritti che ci daranno indicazioni in questa direzione o in un’altra”, ha detto il capo politico, Vito Crimi che ha rassicurato su una serie di capisaldi: green, reddito di cittadinanza, Mes.
“Sul reddito di cittadinanza abbiamo avuto la rassicurazione che oggi più che mai è necessario rafforzare le misure di sostegno, cercare di fare razionalizzazione e creare misure universali che possano mettere all’interno le misure di ammortizzatori sociali o di sussidi di vario tipo che possano diventare un sostegno universale. Altra parola chiave – ha assicurato Crimi – è investimenti che devono partire dal Pnrr. Abbiamo avuto assicurazioni che il Recovery partirà da quello che c’è già, nessuno stravolgimento. Abbiamo affrontato il tema del Mes, una misura che va fatta se c’è una convenienza e dei motivi che non ci sono, infatti non è stato neanche minimamente citato da Draghi”.
Un appoggio pieno da Italia Viva arriva tramite Teresa Bellanova, “abbiamo garantito il totale sostegno di Italia Viva a questo impianto e alle scelte che il presidente vorrà portare avanti. Per la composizione del governo abbiamo sempre detto dal primo incontro che noi in base alla scelta che lui farà comunque lo sosterremo, sarà nella sua disponibilità scegliere se sarà un governo composto solo da tecnici o da tecnici. Noi sosteniamo il percorso”, ha concluso.
‘Abbiamo riconfermato la nostra disponibilità ad accogliere l’appello del Presidente Mattarella’, ha sottolineato dal canto suo Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera.
L’unico ‘no’ che ha ricevuto il presidente incaricato è arrivato dalla componente di Fratelli d’Italia, che si candida ad essere l’unica forza di opposizione presente in Parlamento. “E’ stato un incontro interessante tutto basato sui contenuti. Fratelli d’Italia non voterà la fiducia a Draghi ma siamo a disposizione della nazione per tutto quello che può essere utile. Il nostro approccio è pragmatico. La nostra sarà un’opposizione patriottica”, ha detto la leader Giorgia Meloni che su una possibile astensione sul voto di fiducia ha spiegato: “Noi aspettiamo di avere il quadro completo che oggi non abbiamo, la squadra di governo e il programma, poi convocheremo gli organi preposti e prenderemo una decisione definitiva”. Il premier incaricato, Mario Draghi, prima di sciogliere la riserva con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrerà domani anche le parti sociali e gli enti locali.
(ITALPRESS).